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una foto in bianco e nero di una statua

sei un mito sei un mito per me
perché vivi e non racconti in giro favole
sei un mito sei un mito per me
non prometti e non pretendi si prometta a te
sei un mito sei un mito per me
perché vivi e non racconti in giro favole
sei un mito sei un mito per me
(883)

Il mito continua a parlarci in modi e forme sempre nuove. Nasce dal racconto, dalla tradizione orale e continua ad essere riscritto anche oggi, spesso in versioni che portano in primo piano le figure femminili che diventano le protagoniste di queste nuove narrazioni.

  • una donna seduta su una panca di pietra

    Luigi Malerba

    Itaca per sempre

    Mondadori, 1997

    Tornato a Itaca sotto mentite spoglie, Ulisse si rivela a Eumeo e a Telemaco, organizza la vendetta, la esegue. Ma come è possibile che Penelope non riconosca mai, neppure nel bagliore di un sospetto, lo sposo? A questa domanda risponde la Penelope di Luigi Malerba, che, pur avendo riconosciuto subito l’eroe, tace. E nel silenzio si macera, chiedendosi: perché Ulisse si svela a tutti e non a me? non ha più fiducia in me? non l’ha mai avuta? Il risentimento di Penelope, in Omero appena abbozzato nell’interrogatorio sul mistero del letto coniugale, innesca così un dramma intimo che attira nel suo vortice anche Ulisse, il quale giungerà a dubitare di se stesso, della propria celebrata astuzia, della propria incrollabile personalità.

  • un cartello rosso che recita "omero illade"

    Alessandro Baricco

    Omero, Iliade

    Feltrinelli, 2004

    Alessandro Baricco riscrive con le parole di Omero la più grande storia di guerra mai raccontata. Una storia che evoca il cozzare delle armi, la brutalità della violenza e delle stragi, ma anche la pietà, la ragione dei vinti, l’amore ostinato per la pace.

  • la copertina di un libro con sopra una testa di toro

    Stephen King

    Rose Madder

    Sperling & Kupfer, 1996

    Una macchiolina rossa sul lenzuolo, e Rose Daniels decide che non verserà altro sangue. Sono quattordici anni che subisce la violenza del marito. Adesso basta. E’ ora di cominciare una nuova vita, lontana da quel sadico che ha reso la sua esistenza un inferno quotidiano. Ma lui, Norman, è un poliziotto con l’istinto del cacciatore e sa come seguire le tracce della preda. Una preda agguerrita, Rose, pronta ad affrontare quello scontro primordiale con tutta la rabbia che ha dentro. Mentre uno strano quadro dalla tinta rosa la attrae quasi irresistibilmente e la porta nel mito delle Erinni e ad affrontare un minotauro.

  • la copertina di un libro con l'immagine del volto di una donna

    Madeline Miller

    Circe

    Marsilio, 2021

    Ci sembra di sapere tutto della storia di Circe, la maga raccontata da Omero, che ama Odisseo e trasforma i suoi compagni in maiali. Eppure esistono un prima e un dopo nella vita di questa figura, che ne fanno uno dei personaggi femminili più fascinosi e complessi della tradizione classica. Circe è figlia di Elios, dio del sole, e della ninfa Perseide, ma è tanto diversa dai genitori e dai fratelli divini: ha un aspetto fosco, un carattere difficile, un temperamento indipendente; è perfino sensibile al dolore del mondo e preferisce la compagnia dei mortali a quella degli dèi. Quando, a causa di queste sue eccentricità, finisce esiliata sull’isola di Eea, non si perde d’animo, studia le virtù delle piante, impara a addomesticare le bestie selvatiche, affina le arti magiche. Ma Circe è soprattutto una donna di passioni: amore, amicizia, rivalità, paura, rabbia, nostalgia accompagnano gli incontri che le riserva il destino – con l’ingegnoso Dedalo, con il mostruoso Minotauro, con la feroce Scilla, con la tragica Medea, con l’astuto Odisseo, naturalmente, e infine con la misteriosa Penelope…

  • Margaret Atwood

    Il canto di Penelope. Il mito del ritorno di Odisseo

    Rizzoli, 2005

    Dall’Ade, dove può finalmente dire la verità senza temere la vendetta degli dèi, Penelope, moglie di Ulisse, racconta la sua storia. Figlia di una ninfa e del re di Sparta, da bambina rischia di essere affogata dal padre, turbato da una profezia. Sposa di Ulisse, subisce le angherie dei suoceri, vede scoppiare la guerra di Troia a causa della sciocca cugina Elena, e dopo anni di solitudine deve respingere l’assalto dei Proci. Al ritorno di Ulisse assiste angosciata alla vendetta che colpisce le ancelle infedeli e perciò impiccate; e la morte di quelle fanciulle che le erano amiche la perseguita anche nell’Ade. Il romanzo riscrive il mito greco attingendo a versioni diverse da quelle confluite nell’Odissea, secondo un punto di vista femminile.

  • Pat Barker

    Il silenzio delle ragazze

    Einaudi, 2019

    Quando Lirnesso viene conquistata dai Greci, Briseide, viene portata via dalla città come un trofeo e consegnata ad Achille. A diciannove anni diventa concubina, schiava, infermiera, assecondando qualunque necessità dell’eroe splendente. Ma non è sola. Insieme a lei innumerevoli donne vengono strappate dalle loro case e consegnate ai guerrieri nemici. Ed è così che confinate nell’accampamento  Briseide e le sue compagne assistono alla guerra di Troia e raccontano ciò che vedono. Episodi entrati nel mito, ma anche quelli che non sono stati registrati dalle cronache ufficiali perché legati alla miserabile vita delle ragazze. Da Agamennone a Odisseo, da Achille a Patroclo, da Elena a Briseide, Pat Barker racconta la guerra più famosa di tutti i tempi dal punto di vista delle donne.

  • Salman Rushdie

    La terra sotto i suoi piedi

    Mondadori, 1999

    Nel giorno di San Valentino del 1989, Vina Apsara, cantante rock dalla voce irresistibile, scompare in Messico durante un terremoto. A partire da questo evento Salman Rushdie torna indietro di qualche decennio per ripercorrere la storia di Vina e Ormus Cama, lo straordinario musicista che più volte l’ha perduta e ritrovata. La loro è la storia di un amore che li insegue per tutta la vita, e anche dopo. A raccontarcela è Rai Merchant, un fotografo, amico d’infanzia di Ormus e per qualche tempo amante di Vina. Percorso da innumerevoli storie e personaggi, il suo racconto ci trasporta da Bombay a Londra e a Manhattan, mentre la sua voce si carica di rabbia e di saggezza, d’ironia e d’amore in questa straordinaria rilettura del mito eterno di Orfeo ed Euridice.

  • Piero Meldini

    Lune

    Adelphi, 1999

    Quello che gli era sembrato all’inizio un piacevole incontro con una donna bella e desiderabile, e con le sue tre figlie, a lei somigliantissime e a lei legate da un rapporto di morbida complicità, si era via via trasformato in una spirale di impotenza e di angoscia: in una trappola. Perché? E che cosa aveva mutato la faccia luminosa e assolata della Grecia nella faccia notturna, misteriosa, lunare di una terra dove qualsiasi cosa accada è intrisa pericolosamente di mito? Il lettore lo scoprirà attraverso il suo racconto, e gli rimarrà il dubbio che assilla il protagonista: se sia il colpevole o la vittima delle vicende che narra – di quella violenza che non ha saputo controllare e che gli si è ritorta contro. E anche a lui resteranno negli occhi le figure di Dimitra e delle sue figlie: la sentimentale Olimpia, la capricciosa e sensuale Aglaia, la piccola Fili.

  • Friedrich Dürrenmatt

    La morte della Pizia

    Adelphi, 1988

    «Stizzita per la scemenza dei suoi stessi oracoli e per l’ingenua credulità dei Greci, la sacerdotessa di Delfi Pannychis XI, lunga e secca come quasi tutte le Pizie che l’avevano preceduta, ascoltò le domande del giovane Edipo, un altro che voleva sapere se i suoi genitori erano davvero i suoi genitori, come se fosse facile stabilire una cosa del genere nei circoli aristocratici, dove, senza scherzi, donne maritate davano a intendere ai loro consorti, i quali peraltro finivano per crederci, come qualmente Zeus in persona si fosse giaciuto con loro». Con queste parole spigolose e beffarde ha inizio La morte della Pizia e subito il racconto investe alcuni dei più augusti miti greci, senza risparmiarsi irriverenze e furia grottesca.

  • Marilù Oliva

    L’Odissea raccontata da Penelope, Circe, Calipso e le altre

    Solferino, 2020

    L’Odissea non è la storia del viaggio di un uomo: è la storia d’amore di molte donne. C’è Calipso, che, avvinta dalle sue stesse reti di seduzione, si innamora di Ulisse ma deve lasciarlo andare. C’è Euriclea, la nutrice che lo ha cresciuto, e ci sono le sirene, ciecamente decise a distruggerlo. C’è Nausicaa, seduttrice immatura ma potente, che non osa nemmeno toccarlo. C’è Circe dominatrice, che disprezza i maschi finché non ne incontra uno diverso da tutti gli altri. E naturalmente c’è lei, Penelope, la sposa che non si limita ad attendere il marito, ma gli è pari in astuzia e in caparbietà. In questo libro, sono loro a cantare le peregrinazioni dell’eroe inquieto, ciascuna protagonista di una tappa della grande avventura, ribaltando la prospettiva unica del maschile nella polifonia del femminile: che conquista, risolve, combatte. Alle loro voci fa da controcanto quella di Atena, dea ex machina, che sprona sia Telemaco sia Ulisse a fare ciò che devono: la voce della grande donna dietro ogni grande uomo. In un curioso alternarsi di punti di vista, torna in vita e vibra di nuovi significati un classico immortale, in una narrazione che vola sulla varietà e sulla verità dei sentimenti umani.

  • Natalie Haynes

    Il canto di Calliope

    Sonzogno, 2021

    Una donna sola corre nella notte, intorno a lei la sua città che brucia. Fuori dalle mura, la regina e altre sventurate attendono un destino che verrà deciso dai vincitori. È la caduta di Troia. Dieci interminabili anni di guerra sono giunti alla tragica conclusione, mentre le avventure dei protagonisti andranno a ispirare, nei secoli a venire, le opere di artisti e scrittori. «Cantami o Musa» invoca il sommo poeta Omero, che ha raccontato le gesta degli eroi. Ma Calliope, musa della poesia epica, questa volta è meno accomodante: è convinta che non tutto sia stato narrato, che qualcosa di fondamentale, legato alle figure femminili, manchi ancora per completare l’affresco. Se il bardo vuole che lei canti, allora lei canterà insieme a tutte le donne coinvolte nella grande tragedia. Dando voce a ciascuna di loro, Calliope prende in mano la storia e ce la racconta da una nuova prospettiva. 

  • Marie Phillips

    Per l’amor di un dio

    Guanda, 2009

    Dura la vita per gli dei dell’Olimpo nel Ventunesimo secolo. Ridotti a un manipolo di sfaccendati, vivono in una grande casa ormai fatiscente a Hampstead Heath, a Londra.
    E che dire del mestiere che sono necessariamente costrette a svolgere per campare? Artemide, la dea della caccia, ora fa la dog sitter, mentre la splendida Afrodite, dea dell’amore, lavora per una chat line erotica e Dioniso gestisce un locale. E lo splendido Apollo, il fiammeggiante dio del Sole? Cerca la fama, senza successo, in televisione, e per vincere la noia va in giro a fare dispetti alle mortali. A un certo punto, però, nella loro vita triste e abbrutita entrano la sfortunata cameriera di Artemide e il suo fidanzato. Il registro del racconto da comico si fa romantico, e viene ripresentato in chiave moderna l’intramontabile mito di Orfeo ed Euridice, anche se l’oltretomba si trova sotto la stazione della metropolitana di Londra.

  • Maria Grazia Ciani

    La morte di Penelope

    Marsilio, 2019

    La storia si svolge a Itaca, il tempo è quello del mito; ogni notte la tela, come una quinta teatrale, unisce e separa, incessantemente. Più ossessione che pazienza. Tre personaggi si muovono in questo romanzo: Penelope, Antinoo e Ulisse. Penelope è rimasta, Antinoo è arrivato, Ulisse è tornato. Penelope l’ha aspettato. Ma l’attesa, più che un tempo, si è rivelata uno spazio, e lo spazio è stato occupato da Antinoo, principe e pretendente. Che cosa succede quando l’ospite si sostituisce all’atteso? Che cosa accade ai miti, a Penelope e Ulisse, e a noi? Dell’uomo Ulisse sappiamo molto, della donna Penelope – che se ne sta, impenetrabile e irraggiungibile, a guardia della fedeltà coniugale – assai meno. Eppure, quando Ulisse parte, lei non ha nemmeno vent’anni, e come tutti, a un certo punto, dovrà pure aver cercato un sorriso… Riprendendo e ampliando una versione narrata da Apollodoro, Maria Grazia Ciani, grecista e traduttrice dell’Odissea, ci regala una Penelope inedita e segreta, attraverso il volto, i gesti e il desiderio di una delle figure più celebri e affascinanti della mitologia.

  • A. S. Byatt

    Ragnarök. La fine degli dèi

    Einaudi, 2013

    Era una bambina magra, delicata, tutt’ossa. E c’era la guerra. L’aviazione tedesca bombardava Londra e i centri industriali. Gli abitanti delle città si rifugiavano in campagna. Come la bambina e sua madre. Il padre è via, nei cieli dell’Africa, forse. Sua madre, a cui piacciono le parole, le regala un libro, “Asgard e gli dèi”, la storia del Ragnarök, la fine senza resurrezione degli dèi norreni. Il libro diventa una compagnia essenziale, la bambina lo legge ogni sera in un tenue spiraglio di luce, ammira il coraggio di Odino, si compiace degli inganni di Loki, si gode le sue avventure subacquee in compagnia della portentosa serpentessa sua figlia. Di giorno riflette su quelle storie, a cui non crede, ma che l’aiutano a tenere a bada la paura. Paura che il padre non torni, paura di veder sparire il mondo che conosce. Legge anche i miti greci e le fiabe dei Grimm e di Andersen, ma perfezione e fantasia non le offrono appigli per fronteggiare un senso di disastro imminente

  • Tonino Guerra

    Odisea. Viaz de poeta sa Ulisse

    Bracciali, 2007

    «Ho cercato di dare a Ulisse le mie debolezze», spiega. «Io m’incanto ad ascoltare la pioggia e a guardare la neve che cade. Prima, forse, non era così: devo riconoscere che le debolezze che ho regalato a Ulisse si ritrovano nei ragazzi e nelle persone anziane. Per questo penso che questo racconto sia molto indicato per i giovani, che non hanno più ideali: voglio riavvicinarli alla loro fantasia».

    Tonino Guerra

  • un libro con l'immagine di una barca nell'oceano

    Daniel Mendelsohn

    Un’Odissea. Un padre, un figlio e un’epopea

    Einaudi, 2018

    Quando Daniel Mendelsohn consente al padre Jay di seguire il suo seminario sull’Odissea, non conosce la portata del viaggio che insieme stanno per compiere. Settimana dopo settimana, il matematico ottantunenne prende posto fra le matricole del corso e, armato del suo impaziente rigore etico-scientifico, sfida gli insegnamenti dell’illustre classicista, suo figlio. A semestre concluso, poi, il loro viaggio prosegue oltre le mura dell’aula, in un’improbabile crociera a tema sulla via di Itaca. Daniel si scopre ora Telemaco, sulle tracce di un padre sconosciuto e inarrivabile, ora Odisseo, alle prese con la fragilità del decrepito Laerte. Ne nasce un memoir raffinato e struggente che sa dare carne, sangue e pensiero all’universalità dei classici.

  • una foto in bianco e nero del volto di una donna

    Colm Tóibín

    La casa dei nomi

    Einaudi, 2018

    Clitennestra vive per vendicare la morte della figlia, Ifigenia, sacrificata dal padre Agamennone agli dèi. La sua vendetta ne innescherà un’altra, e a compierla su di lei saranno i figli Elettra e Oreste. Ma le antiche divinità stanno scomparendo, e la casa un tempo popolata dei loro nomi risuona ormai a vuoto. In questo splendido romanzo di Colm Tóibín il mito classico della regina assassina e del vendicatore matricida diventa cosí una tragedia di passioni e debolezze profondamente umane.
    Nella lingua precisa, essenziale ed elegante di cui ha dato prova in tutta la sua opera, Colm Tóibín fa rivivere le figure classiche della casata di Atreo e, intaccando la loro mitica intangibilità, le rende personaggi di carne e sangue, dotati di psicologia, motivazioni e tonalità.

  • la copertina di un libro con un cerchio rosso al centro

    Nikos Kazantzakis

    Odissea

    Crocetti, 2020

    L’Odissea di Nikos Kazantzakis, “il più lungo epos della razza bianca”, come lo definì il suo autore, è la prosecuzione fantastica dell’omonimo poema omerico. Fu portato a termine dopo 13 anni e mezzo di lavoro (dal 1925 al 1938) e sette stesure autografe. Nella versione definitiva si compone di 33.333 versi suddivisi in 24 canti, lo stesso numero delle lettere greche e dei canti dei poemi omerici. In quest’opera dall’estensione fluviale – tre volte l’Odissea di Omero – Kazantzakis riversò tutte le sue esperienze intellettuali e spirituali. Poema di grande complessità, l’Odissea è anche un’arca di Noè linguistica, in cui Kazantzakis ha imbarcato e salvato dall’estinzione migliaia di termini popolari raccolti dalla bocca di pastori, contadini, pescatori e abitanti spesso analfabeti di isole e villaggi dell’Egeo.

  • la copertina di un libro con l'immagine di una statua

    Marta Morazzoni

    Il dono di Arianna

    Guanda, 2019

    Come avvicinare oggi i miti greci? Marta Morazzoni entra quasi di soppiatto, da una porta socchiusa, nella sala delle divinità e degli eroi di quel mondo che la letteratura ha già a lungo percorso. E lo fa in libertà, rileggendo e modificando le linee del racconto. Nelle pagine di queste storie, dove compaiono tra gli altri Clitemnestra e Agamennone, Teseo, la bella Elena con la sua corte di sciagure, Alcinoo e Nausicaa, o un giovane molto simile a Edipo, non c’è un’aderenza rigorosa alla tradizione classica, ma nemmeno un’intenzione trasgressiva. Più semplicemente, da quella mitologia, con cui l’autrice ha confidenza fin da bambina, è sgorgata una vena narrativa senza schemi, ma con radici ben piantate nella terra ellenica. I luoghi qui raccontati diventano lavagne su cui scrivere le infinite possibilità di una leggenda millenaria: Creta, Mykonos, Tebe, il Taigeto, luoghi tutti attraversati dal mito, anche oggi che quei nomi corrispondono a volte a città senza fascino. Ma permane l’eco di ciò che lì si dice sia avvenuto, e proprio quel «si dice» ha mosso questa ricomposizione, o interpretazione, con il diritto naturale dello scrittore a inventare.

  • una copertina di un libro con l'immagine di una creatura alata

    Moacyr Scliar

    Il centauro nel giardino

    Voland, 2002

    Guedali non è un bambino come gli altri: dalla vita in giù ha il corpo di un cavallo. I genitori, ebrei russi, già costretti a lasciare la loro terra per sfuggire alle persecuzioni, devono di nuovo confrontarsi con l’emarginazione: il bimbo-centauro non può crescere con gli altri bambini. La famiglia si rassegna e decide di farne almeno un buon ebreo. Il piccolo viene cresciuto nell’isolamento più totale, fino a quando, un giorno, decide di scappare di casa per andare incontro al mondo. Fuori incontrerà personaggi bizzarri e lui, con le sue fattezze equine, non risulterà il più singolare; incontrerà infatti una centaura. Una favola sul filo della comicità e dell’ironia che riapre i parametri della normalità.

  • un libro con l'immagine di una donna che tiene in mano un vaso

    Mary Renault

    Il re deve morire

    TEA, 1999

    Teseo, Re di Atene, il più affascinante personaggio della mitologia greca, rivive tra le pagine di questo luminoso romanzo ambientato in un passato arcaico nel quale si rievocano gli anni di gioventù, gli amori e le lotte leggendarie dell’eroe che uccise il Minotauro. Svincolato dal suo carattere sovrannaturale, Teseo diventa qui il protagonista di una storia “terrena” che attraversa Atene, Troia, Corinto, Creta e altri luoghi, geografici e del pensiero. Attraverso una narrazione di raro rigore semantico e dal ritmo serrato, la ricostruzione della vita del Re di Atene e dei rapporti tra i miti (Persetene, Minosse, Medea…) restituisce in un contesto nuovo, eppure fedele, i contorni umani dei personaggi, restaurando i significati archetipici della mitologia greca originaria. Questo romanzo, considerato il capolavoro di Mary Renault, è il primo di un dittico che l’autrice ha compiuto con “Il ritorno di Teseo”.

  • Raymond Queneau

    Icaro involato

    Einaudi, 1982

    “Si era già dato il caso di personaggi che prendono la mano all’autore, o che gli sfuggono di mano, o che si fanno sfuggenti. Da un modo di dire all’altro si arriva così a questo Icaro, che prende la fuga e prende il volo dal manoscritto; si invola, o è involato, volerà con le proprie ali. Prende alla lettera la finzione che lo ha messo al mondo, e si mette a girare il mondo (cioè “la vasta Parigi”), aprendo il varco a uno sparuto sciame di fratelli e cugini. Guarda, beve, ama, studia, lavora, vola per davvero, e alla fine precipita. Perché, dopo tutto, oltre tutto, questa è una delle tante storie che si leggono nei romanzi.” (Guido Neri)

  • Kate Tempest

    Antichi nuovi di zecca

    E/O, 2018

    Antichi nuovi di zecca è la storia di due famiglie e del groviglio delle loro vite, ambientate sullo sfondo della città e intrecciate con il mito classico. Qui, Tempest mostra come i vecchi miti vivano ancora nei nostri atti quotidiani di violenza, coraggio, sacrificio e amore – e come le nostre vite non siano meno drammatiche e potenti di quelle degli antichi dèi.
    La miscela assolutamente unica di poesia di strada, rap e storytelling le ha conquistato schiere di seguaci in tutto il Regno Unito. La sua notevole presenza scenica emerge prepotente in questo poema, una storia parlata scritta per essere narrata con musica dal vivo.

     

  • Christa Wolf

    Cassandra

    Farrar Straus and Giroux, 1984

    Cassandra, la figlia veggente di Ecuba e Priamo, attende la morte per mano dei Greci vincitori alle soglie della fortezza di Micene. Davanti ai suoi occhi scorrono intrecciate la sua storia e quella della città di Troia. L’amore per Enea e la rottura con la famiglia che, accecata dall’andamento della guerra, non riesce a vedere con gli occhi di Cassandra. La vita nelle comunità femminili sulle rive del fiume Scamandro e la distruzione e la rovina della sua città. Un romanzo che dà una visione diversa da quella omerica classica recuperando lo sguardo e la voce della sacerdotessa troiana per darci il resoconto della liberazione femminile e del bisogno di pace.