

A. M. Homes
La sicurezza degli oggetti
Minimum fax, 2001
“Penso a un ladro. Arriverebbe sulla veranda, girerebbe la maniglia ed entrerebbe in casa mia. Prenderebbe delle cose: il televisore, il videoregistratore, l’argenteria, i miei gioielli, cose che ho raccolto in tutti questi anni, raccolto come simboli del mio matrimonio, cose che a volte sembra siano esse stesse il mio matrimonio. Io lo aiuterei a riempire i sacchi. Prenderebbe le cose che fanno di me quella che sono, e a quel punto potrei essere un’altra persona.”
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Stefano Benni
Bar Sport
Feltrinelli, 2014
“Al bar Sport non si mangia quasi mai. C’è una bacheca con delle paste, ma è puramente coreografica.
Sono paste ornamentali, spesso veri e propri pezzi d’artigianato. Sono lì da anni, tanto che i clienti abituali, ormai, le conoscono una per una. Entrando dicono: «La meringa è un po’ sciupata, oggi. Sarà il caldo». Oppure: «È ora di dar la polvere al krapfen». Solo, qualche volta, il cliente occasionale osa avvicinarsi al sacrario. Una volta, ad esempio, entrò un rappresentante di Milano.
Aprì la bacheca e si mise in bocca una pastona bianca e nera, con sopra una spruzzata di quella bellissima granella in duralluminio che sola contraddistingue la pasta veramente cattiva. Subito nel bar si sparse la voce: «Hanno mangiato la Luisona!» .”


Orhan Pamuk
Il museo dell’innocenza
Einaudi, 2009
Negli anni Settanta, in una Istanbul divisa tra la voglia di aprirsi al lusso dell’Occidente e quella di rinchiudersi nelle tradizioni più conservatrici, Kemal si piega alle leggi turche e rinuncia alla storia d’amore con la cugina Füsun. La sua vita si sgretola e, per rimetterne insieme i pezzi, l’uomo decide di collezionare gli oggetti appartenuti all’amata ormai perduta. Solo per poterli guardare, annusare, toccare. Alla fine, quando la sua esistenza subirà una nuova e dolorosa svolta, quegli oggetti diventeranno il «Museo dell’innocenza», la testimonianza eterna del suo amore per Füsun.

Sergej Dovlatov
La valigia
Sellerio, 1999
Cosa possono avere in comune dei calzini finlandesi, un colbacco, le scarpe del sindaco e una camicia di popeline? Cosa ci fanno tutti ammassati in una sola valigia rigida e con la serratura rotta tenuta su alla bell’e meglio con una corda da bucato?
Nella Valigia, Dovlatov raccoglie tutti gli oggetti che intendeva, esule, portare via da Leningrado: a ogni oggetto corrisponde un episodio e un personaggio della sua vita vagabonda.
“Pensai: ma davvero è tutto qui? E risposi: sì, è tutto qui.”
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Michael Kimball
E allora siamo andati via
Adelphi, 2001
“La culla di mio fratello e le altre cose da bambini piccoli ci hanno portato da Mineola a Birthrock.”
“Le collane di mia madre e le altre cose per farsi elegante ci hanno portato da Birthrock a Stringtown.”
C’è una famiglia che si sposta dal Texas al Michigan, portando con sé la bara dell’ultimo nato e cercando di barattare, lungo il cammino, gli oggetti di cui la macchina è stipata. Ci sono due bambini, che con pochissime parole raccontano, alternandosi, una storia in apparenza elementare.
Ma liberarsi degli oggetti può voler dire anche perdere i propri ricordi e un po’ della propria identità


Gian Mauro Costa
Il libro di legno
Sellerio, 2010
Il professor Mirabella, docente palermitano, è morto lasciando una ricca biblioteca alla quale mancano dei libri mancanti, dati in prestito a persone diverse. Il metodico studioso li aveva rimpiazzati temporaneamente, colmando gli spazi vuoti con dei sostituti di legno, etichettati con titolo data del prestito e destinatario. Per sanare la lacuna, la figlia si rivolge a Enzo Baiamonte, un radiotecnico che per arrotondare aiuta un avvocato a recuperare oggetti e trovare persone.

Elena Loewenthal
Una giornata al monte dei pegni
Einaudi, 2010
In questo libro ono soprattutto gli oggetti a parlare: gioielli, argenti, tappeti, cose piccole e grandi che la gente deposita. Al monte dei pegni, ogni mattina, nella fila ordinata che si snoda allo sportello, è un intrecciarsi di storie che cominciano, finiscono, ma soprattutto continuano nel piattino in cui gli ori cadono, nelle mani in cui passano le pellicce e i tappeti, appena prima di diventare denaro contante, stretto nel pugno di chi li lascia qui.
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Marcela Serrano
Nostra signora della solitudine
Feltrinelli, 2001
Tomas Rojas aveva disegnato per lei (Carmen) un guardaroba spazioso, a mano a mano che gli impegni sociali della moglie aumentavano.
Da una parte c’erano appesi i vestiti eleganti, i tailleur, i tre pezzi e le gonne, talmente ben stirati e inamidati che se un uccellino ci fosse finito in mezzo sarebbe volato via terrorizzato.
Di fronte, i vestiti etnici, come li chiamava il suo amico scrittore: caffettani marocchini, huipiles (le tuniche ricamate guatemalteche), sari indiani, kimono giapponesi.
Al ritorno da un qualche impegno dove aveva dovuto indossare gli abiti che appartenevano alla prima sezione del guardaroba, si svestiva in fretta e furia e li sostituiva con quelli della seconda.


Michele Mari
Tu, sanguinosa infanzia
Mondadori, 1999
“Quando seppe che sarebbe diventato padre, il professor *** si chiuse a lungo nel suo studio per riordinare le idee. Nell’incertezza del futuro uscì da quella stanza con una certezza: i giornalini, i cari giornalini della sua infanzia dovevano essere messi in salvo.”
Racconto “I giornalini”

Chiara Alessi
Tante care cose
Longanesi, 2021
“Che le cose siano molto di più di semplici cose è cosa nota. Le cose sono concentrati di racconti, memorie, odori, affetti, transizioni, ricordi. Quando si perde un oggetto (o lo si lascia andare), o un oggetto si perde nella storia (o la storia lo supera), si avverte uno smarrimento che non coincide mai solo con la perdita del suo valore economico.”
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Massimo Mantellini
Dieci splendidi oggetti morti
Einaudi, 2020
Dieci oggetti – mappe, penne, telefono, macchina fotografica… – che abbiamo utilizzato, che sono entrati nelle nostre case, hanno fatto parte delle nostre vite e che adesso non ci sono più. Sono morti, sostituiti da qualcos’altro.
Dieci oggetti attraverso i quali è possibile raccontare un po’ della nostra storia, delle nostre vite, di come eravamo e di come siamo diventati.


Marco Belpoliti
Il tramezzino del dinosauro
Guanda, 2008
Perché si è diffuso il tramezzino? Per quale ragione i bambini amano i dinosauri? E ancora, cosa sono gli shopper e perché ci piacciono tanto? Perché spesso indossiamo la tuta e chi l’ha inventata? In questo libro composto da 100 pezzi brevi, accompagnati da disegni, Marco Belpoliti getta uno sguardo inusuale sulla nostra vita quotidiana. Più esattamente sugli oggetti, i comportamenti e le piccole manie di ogni giorno. Ci parla dello spazzolino da denti e degli scarabocchi, delle radio nelle banche, dei post-it della propaganda di Bertinotti e degli evidenziatori preferiti da Silvio Berlusconi. Il suo sguardo si rivolge alle cose minime, quelle di cui nessuno si cura, ma che invece definiscono molti aspetti della nostra vita. Gli oggetti d’uso hanno infatti invaso la nostra casa, gli ambienti dove lavoriamo, mangiamo, dove facciamo l’amore o litighiamo. Sono piccole “cose” che tuttavia permettono all’autore di intessere fulminanti ragionamenti sull’abitare, sul consumo, sulla natura stessa delle merci, sugli spazi pubblici, sulle manie private, sulle paure e sulle ansie a cui andiamo soggetti.

Raffaello Baldini
La fondazione
Einaudi, 2008
“però a me non mi sta bene, no, non mi sta bene, di buttare via tutta la mia roba quando sarò morto, che così poi mi buttano via anche me, no, non mi sta bene, la butto via io la mia roba, da vivo, senza prepotenza, per carità, senza strafotenza, ma piuttosto che loro lo faccio io, faccio quello che vogliono loro, ma lo faccio io, con le mie mani, non voglio che smucchino loro, che buttino via loro, sgombro io, sono io che ho ammucchiato, sono io che smucchio, voglio essere io fino in fondo, “
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Abraham B. Yehoshua
Possesso
Einaudi, 2001
Israele, interno di famiglia. Il padre morto da poco. La madre che vuole disfarsi di ogni oggetto appartenuto al defunto dandolo agli altri famigliari, quasi per indurli a condividerne la memoria, a partecipare con lei alla “colpa della morte”. Il figlio che rifiuta ogni oggetto riconducibile a qualcosa di femminile. Un universo di oggetti e simboli sospesi in un’atmosfera verosimile eppure esilarante, volutamente liberatoria.


Judith Schalansky
Inventario di alcune cose perdute
Nottetempo, 2020
La Storia del mondo è piena di cose che sono andate perdute, smarrite nel corso del tempo o distrutte intenzionalmente, a volte semplicemente dimenticate – o magari, come si racconta nell’Orlando furioso, volate in un archivio sulla Luna. Inventario di alcune cose perdute è una raccolta di dodici storie, ciascuna dedicata a una cosa che non c’è più: narrazioni sospese in un delicato equilibrio tra presenza e assenza, fotografie ben a fuoco ma stampate con inchiostro scuro su carta scura, piccole realtà che solo l’immaginazione è in grado di riportare alla memoria.

Il grande Lebowski
un film di Joel Coen
Drugo voleva solo il suo tappeto. Nessuna avidità. È che dava… un tono all’ambiente.
Los Angeles Anni Novanta. Jeffrey Lebowski passa la giornata tra una partita di bowling con gli amici Donny e Walter, una visita al supermercato in accappatoio e uno spinello. Un giorno però due brutti ceffi gli orinano sull’unico tappeto del suo appartamento scambiandolo per un ricco omonimo. Lebowski va a cercarlo con l’unico scopo di farsi rimborsare la perdita e finisce invischiato come corriere di un ingente somma di denaro che il magnate, costretto su una sedia a rotelle, deve pagare per riavere la giovane ninfetta che esibisce come trofeo coniugale.
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Forrest Gump
un film di Robert Zemeckis
Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
Seduto sulla panchina a una fermata dell’autobus di Savannah, Forrest Gump ricorda la sua infanzia di bimbo con problemi mentali e fisici. Solo la mamma lo accetta per quello che è, e solo la piccola Jenny Curran lo fa sedere accanto a sé sull’autobus della scuola. Attraverso trent’anni di storia americana vista con gli occhi della semplicità e dell’innocenza, Forrest diventa un campione universitario di football, mentre è sempre più innamorato di Jenny che però lo considera un fratello. Assiste ai disordini razziali in Alabama ed incontra Kennedy poco prima dell’assassinio. Si arruola quindi nell’esercito, dove fa amicizia con Bubba, un pescatore di gamberi che gli comunica la sua passione. Dopo un fugace incontro con Jenny che canta a Memphis, Gump va a combattere in Vietnam.


Il favoloso mondo di Amélie
un film di Jean Pierre Jeunet
Ma… è meglio consacrarsi agli altri che a un nano da giardino.
(La protagonista affida a un’amica hostess il compito di portare in giro per il mondo e fotografare il nanetto sottratto al giardino del padre, per spingere il genitore a uscire di casa dopo la morte della moglie)
Amelie è una giovane cameriera in un caffè di Montmartre con il gusto per i piccoli piaceri della vita. Quando trova casualmente una vecchia scatola di latta piena di ricordi e la restituisce al legittimo proprietario, scopre che la vocazione della sua vita è quella di aiutare gli altri a raggiungere la felicità. Vicini di casa, sconosciuti, colleghe e parenti proveranno, per merito suo, gioie inaspettate. E anche per lei, tra coincidenze e inseguimenti, finalmente arriverà l’amore.

L’appartamento
un film di Billy Wilder
Fran: Cosa ci fa una racchetta da tennis in cucina?
C.C. Baxter: Una racchetta da tennis? Oh, mi ricordo, mi stavo preparando una cena italiana.
[Fran sembra confusa]
C.C. Baxter: La uso per scolare gli spaghetti.
Il contabile C.C. Baxter, soprannominato “Bud” (“Ciccibello” nella versione italiana), lavora presso una grande compagnia di assicurazioni di New York e per aumentare le sue possibilità di carriera affitta il piccolo appartamento in cui vive ai suoi dirigenti per incontri extraconiugali, durante i quali se ne va in giro per la città. Tutto procede secondo questa routine fino a che non si innamora di Fran Kubelik, ascensorista del grattacielo in cui ha sede la compagnia e amante del capo del personale, Jeff Sheldrake.
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Cast away
un film di Robert Zemeckis
Wilson! Wilson! Scusami! Scusami, Wilson! Wilson, scusami! Scusami! Wilson! Non ce la faccio! Wilson! Wilsooon!
Chuck Noland vive a Memphis, lavora come dirigente operativo della FedEx, nota e grande azienda di spedizione merci in tutto il mondo, e ama, ricambiato, Kelly, la sua fidanzata con cui ha intenzione finalmente di sposarsi. Tuttavia, un’urgenza di lavoro lo porta a recarsi in Malaysia, in pieno periodo natalizio. Durante il viaggio, l’aereo della FedEx su cui viaggia precipita nel Pacifico, ma Chuck si salva, approdando su un’isola deserta, dove riesce a sopravvivere bevendo acqua di cocco, mangiando granchi e imparando ad accendere il fuoco con mezzi di fortuna. Tra i detriti dell’aereo caduto portati dal mare sull’isola c’è un pallone su cui, servendosi dell’impronta insanguinata della sua mano, disegna un volto e che chiama con il nome impresso della marca, “Wilson”, rendendolo il compagno con cui parlare e confidarsi per non impazzire.


Lezioni di piano
un film di Jane Campion
Di notte penso al mio pianoforte, nel profondo dell’oceano, e a volte penso anche a me, sospesa sopra di esso. Là sotto tutto è così fermo, silenzioso, che mi concilia il sonno. È una strana ninna nanna. Ma è così ed è mia.
Nel 1852, la quarantenne Ada lascia l’Inghilterra insieme alla figlia Flora di 9 anni, frutto di un precedente legame, e col suo adorato pianoforte, con cui si esprime appassionatamente visto che non parla da quando aveva 6 anni. Deve raggiungere la Nuova Zelanda e sposare lo sconosciuto Amstair Stewart. Quando questi giunge sulla spiaggia dove Ada, Flora e bagagli lo hanno atteso a lungo, nonostante le insistenti richieste della donna, si rifiuta di far trasportare il pianoforte fino a casa sua attraverso la jungla fangosa. L’abbandono del prezioso strumento sulla riva, provoca l’ostilità insanabile della moglie, che si rifiuterà ostinatamente al marito.

Ladri di biciclette
un film di Vittorio De Sica
La bicicletta? E che voi che ti dica, figlio mio. Io posso di’ solamente quello che vedo. O la trovi subito o non la trovi più.
Antonio Ricci festeggia con la famiglia il lavoro che ha ottenuto faticosamente: attacchino di manifesti del cinema. La famiglia riscatta dal banco dei pegni la bicicletta e Antonio va a lavorare. Sta incollando il manifesto di Gilda quando gli rubano la bicicletta. Cerca di rincorrere il ladro ma inutilmente. Disperato inizia un’impossibile ricerca insieme a suo figlio Bruno. Il povero Antonio le tenta tutte, compresa la visita a una medium. Un giorno crede di vedere il ladro, lo blocca e chiama un carabiniere. Col militare perquisisce la poverissima casa del presunto ladro, che al momento cruciale ha un attacco di epilessia. Sempre più disperato Antonio decide di rubare a sua volta una bicicletta. Ma non è il suo mestiere: viene rincorso e preso dalla folla. Lo porterebbero in questura se non fosse per l’intervento di Bruno, che commuove la gente e si porta via il papà per mano.
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La finestra sul cortile
un film di Alfredi Hitchcock
Mi chiedo se sia etico osservare un uomo con un binocolo e un teleobiettivo. Lei, lei crede che sia etico anche se si dimostra che non ha commesso un crimine?
Quando il fotoreporter J.B. “Jeff” Jeffries (James Stewart) si trova costretto all’immobilità nel suo appartamento con una gamba ingessata, inizia a spiare le vite private del vicinato dalla finestra che dà sul cortile e ben presto ne diventa ossessionato. Quando sospetta che un uomo abbia assassinato la moglie brontolona, Jeffries ricorre all’aiuto della sua altolocata e affascinante fidanzata (Grace Kelly) per indagare su una catena di eventi molto equivoci che culmineranno in uno dei finali più memorabili e mozzafiato della storia del cinema.


Quarto potere
un film di Orson Welles
Rosebud.
Nel castello di Candalù, in Florida, ormai vecchio, solo e triste il colosso dell’editoria Charles Foster Kane (Orson Welles) è in punto di morte. Tenendo una palla di vetro in mano, prima di esalare l’ultimo respiro l’anziano uomo pronuncia una sola parola “Rosebud”.
Nessuno sa rispondere a questo quesito, ma un giovane giornalista di nome Jerry Thompson viene incaricata dal proprio direttore d’indagare sul caso, per risolvere lo strano mistero.
Inizia così per il nostro reporter un lungo viaggio all’interno della vita di Kane, una narrazione che inizia quando il giovane Charles era un bambino, terminando nel momento in cui scandirà nell’aria la famosa ultima parola.