

Italo Calvino
Il barone rampante
Mondadori, 1993
“Cosimo salì fino alla forcella d’un grosso ramo dove poteva stare comodo, e si sedette lì, a gambe penzoloni, a braccia incrociate con le mani sotto le ascelle, la testa insaccata nelle spalle, il tricorno calcato sulla fronte.
Nostro padre si sporse da davanzale. – Quando sarai stanco di di star lì cambierai idea! – gli gridò.
– Non cambierò mai idea – fece mio fratello, dal ramo.
– Ti farò vedere io, appena scendi!
– E io non scenderò più! – E mantenne la parola.”
–
Lars Mytting
Sedici alberi
DeA Planeta, 2017
Un piccolo bosco composto da sedici pregiatissimi alberi di noce situato nella regione della Somme. Attorno a questa eredità si intrecciano i destini di Einar, abile ebanista norvegese, di suo fratello Bestefar, e del nipote di questi Edvard, scampato ancora bambino al misterioso incidente costato la vita ai suoi genitori.
Quando Edvard, alla morte del nonno, decide di recarsi in Francia per scoprire la verità sul suo passato, le rivalità, le colpe e i segreti accumulati in oltre mezzo secolo di contrastate vicende famigliari vengono finalmente a galla.


Jean Giono
L’uomo che piantava gli alberi
Salani, 1996
“Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, con- tava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c’è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto do- ve prima non c’era nulla.”

Dino Buzzati
Il segreto del bosco vecchio
Mondadori, 2010
Il vecchio colonnello Sebastiano Procolo ha ricevuto in eredità un bosco di abeti secolari,ma vorrebbe impadronirsi dei possedimenti che sono toccati a suo nipote Benvenuto, un ragazzo orfano.
Ma ecco che entrano in scena, accanto ai protagonisti umani, esseri magici e fantastici: il vento Matteo, complice del vecchio colonnello, e i geni del bosco, pronti a soccorrere Benvenuto. E, come è giusto che avvenga in una narrazione che ha i toni della fiaba, non manca il lieto fine.
–
Sahar Delijani
L’albero dei fiori viola
Rizzoli, 2013
Una vecchia casa con il portone azzurro, stretta tra i palazzi della moderna Teheran. E al centro del cortile, un magnifico albero di jacaranda. È qui, sotto un tripudio di fiori dalle mille sfumature di rosa e di viola, che si intrecciano le storie di Maman Zinat, Leila, Forugh, Dante, Sara e tanti altri. Membri della stessa famiglia perseguitata da un regime brutale. Voci di un paese esaltato dalla Rivoluzione e subito inghiottito dall’abisso della tirannia.


Bail Murray
Eucalyptus
Mondadori, 1999
n una grande tenuta nel cuore dell’Australia un uomo raccoglie le oltre 500 specie di eucalipto esistenti sulla terra. Promette in sposa la sua bellissima figlia a chi sarà in grado di riconoscere e nominare tutte le specie che ha raccolto. Ma la figlia si incontra segretamente con un giovane….

David George Haskell
Il canto degli alberi. Storie dei grandi connettori naturali
Einaudi, 2018
David George Haskell rivolge le sue capacità di osservazione a una dozzina di alberi in giro per il mondo, per dimostrare come la storia, l’ecologia e il benessere dell’umanità siano strettamente intrecciati con la vita delle piante. Che si trovi immerso nel fitto fogliame di una foresta dell’Amazzonia, all’ombra di un pero cinese a Manhattan o di un ulivo di Gerusalemme, Haskell è sempre in grado di entrare mirabilmente in contatto con la complessa energia vibrante di interi ecosistemi.
–
Antonio Moresco
Canto degli alberi
Aboca, 2020
“Ho scritto questo libro nei mesi di isolamento per la pandemia. I suoi protagonisti sono gli alberi, in particolare gli alberi murati, quelli che crescono dentro i muri delle case degli uomini, visti come una nuova specie crocevia tra più mondi (vegetale, minerale, umano) e prefigurativa. L’ho scritto mentre ero anch’io murato, come tutte le donne e gli uomini del nostro Paese e del mondo, in un momento cruciale anche della mia vita personale, per di più bloccato dal divieto di viaggiare in una casa di Mantova, la città dove sono nato e ho trascorso l’infanzia e l’adolescenza, scatola nera della mia vita. L’ho scritto giorno dopo giorno, in totale solitudine, con ispirazione, liberando in un unico flusso narrativo testimonianza, corpo a corpo col mondo, autobiografia trascesa, abbandono lirico, romanzo drammaturgico e figurale, canto, sogno, immaginazione, invenzione.” (Antonio Moresco)


Hermann Hesse
Il canto degli alberi
Guanda, 2016
Un libro di poesie, prose e racconti di Hermann Hesse che hanno come tema unificante gli alberi, considerati simbolo della caducità, dell’eterna rinascita e della spensieratezza della vita istintiva e naturale. Faggi, castani, peschi, betulle, tigli, querce e molti altri, nella magnificenza della fioritura o con i rami nodosi offerti alle brinate notturne, illuminati dal sole o al chiarore della luna: sono loro i protagonisti indiscussi di questa raccolta. Essi accompagnano lo scrittore, silenziosi e saggi, nel corso della sua vita, segnano momenti precisi, suscitano riflessioni e ricordi, vengono invocati come esseri viventi, come amici.

Richard Powers
Il sussurro del mondo
La nave di Teseo, 2019
Patricia Westerford – detta Patty-la-Pianta – comincia a parlare all’età di tre anni. Quando finalmente le parole iniziano a fluire, assomigliano piuttosto a un farfugliare incomprensibile. L’unico che sembra capire il mondo di Patricia, sin da piccola innamorata di qualsiasi cosa avesse dei ramoscelli, è suo padre, che la porta con sé nei viaggi attraverso i boschi e le foreste d’America, a scoprire la misteriosa e stupefacente varietà degli alberi. Cresciuta, dottorata ribelle in botanica, Patty-la-Pianta fa una scoperta sensazionale che potrebbe rappresentare il disvelamento del mistero del mondo, il compimento di una vita spesa a guardare e ascoltare la natura: le piante comunicano fra loro tramite un codice segreto. Ma questo è solo l’inizio di una storia che si dipana come per anelli concentrici: intorno a Patty-la-Pianta si intrecciano infatti i destini di nove indimenticabili personaggi che a poco a poco convergono in California, dove una sequoia gigante rischia di essere abbattuta
–
Annie Proulx
Pelle di corteccia
Mondadori, 2018
Alla fine del diciassettesimo secolo due giovani francesi, René Sel e Charles Duquet, fuggono da una vita di stenti e sbarcano in Canada, allora chiamato Nuova Francia. Dopo avere firmato un contratto con un signore feudale, che li costringe a lavorare tre anni per lui prima di concedere loro un pezzo di terra, i due intraprendono la dura vita dei “pelle di corteccia”, come venivano chiamati i taglialegna. René è costretto a sposare una donna indiana, e da quel giorno i loro discendenti vivranno intrappolati fra due culture, senza riuscire a elevarsi dalla condizione dei mezzosangue. Duquet invece riesce a scappare e diventa un cacciatore di pelli, ma ben presto si accorge dell’enorme potenziale economico delle foreste nordamericane e decide che lo scopo della sua vita sarà trovare il modo di sfruttarlo.


Betty Smith
Un albero cresce a Brooklyn
Neri Pozza, 2007
È l’estate del 1912 a Brooklyn. I raggi obliqui del sole illuminano il cortile della casa dove abita Francie Nolan, riscaldano la vecchia palizzata consunta e le chiome dell’albero che, come grandi ombrelli verdi, riparano la dimora dei Nolan. Alcuni a Brooklyn lo chiamano l’Albero del Paradiso perché è l’unica pianta che germogli sul cemento e cresca rigoglioso nei quartieri popolari. Quando nuovi stranieri poveri arrivano a Brooklyn e, in un cortile di vecchie e tranquille case di pietra rossa, i materassi di piume fanno la loro comparsa sui davanzali delle finestre, si può essere certi che lì, dal cemento, sbucherà prima o poi un Albero del Paradiso.

Bruno Munari
Disegnare un albero
Corraini, 2004
“La perfezione, dice un antico proverbio orientale, è bella ma è stupida: bisogna conoscerla ma romperla. Adesso che, come penso, vi sarà chiaro come disegnare un albero, non dovete seguire pedestremente quello che vi ho mostrato; se la regola ormai vi è nota potete disegnare l’albero che volete, tutto diverso da quello che avete visto in questo libro. Potete disegnarli con la matita, con la penna, col pennarello, col pennello, con il pastello, col gesso, con un pezzo di mattone, col carboncino, di cartone ondulato di carta da pacchi, di rete metallica, di plastica e mica di plastica, di cartapesta, di filo di ferro, di ottone, di alluminio, di spago, di spaghetti, di panno, di quello che vi pare. E poi, soprattutto, insegnatelo ad altri.” Bruno Munari
–
Cesare Leonardi, Franca Stagi
L’architettura degli alberi
Mazzotta, 1982
“Traditi dalla loro immobilità, dal loro essere fatalmente ancorati a un luogo, spesso riteniamo gli alberi oggetti, strumenti da usare, da modellare, da costringere in spazi angusti, da piegare alla nostra antropocentrica visione del mondo. … Conoscere gli alberi vuol dire capire il loro crescere geometricamente perfetto, spirale dopo spirale, i rami angolati in modo costante rispetto al tronco, secondo un progetto e un disegno, specie per specie, il loro alzarsi su tronchi ora drittissimi, ora multipli, ora obesi.
Sembrerà bizzarro, o provocatorio, proporre di progettare parchi a misura d’albero?”


Tiziano Fratus
I giganti silenziosi. Gli alberi monumentali delle città italiane
Bompiani, 2017
Gli alberi più antichi delle nostre città hanno uno strano destino: li sfioriamo, li guardiamo ogni giorno, ma difficilmente i nostri occhi vanno oltre. Eppure sono le creature più longeve della Terra: quando nasciamo sono già lì e con buona probabilità ci sopravviveranno. Testimoni muti delle epoche, assistono apparentemente impassibili ai cambiamenti ambientali e allo scorrere delle nostre vite. Alcuni di loro hanno fisionomie e storie eccezionali, sono individui unici e riconoscibili. Tiziano Fratus, appassionato e scrupoloso cercatore di alberi, col piglio rigoroso del naturalista e il suo inconfondibile afflato poetico, ci offre un viaggio inedito attraverso le città d’Italia in cui è possibile incontrare questi immensi eremiti secolari e ci invita a guardarli con attenzione, ad ascoltarli.

Stefano Mancuso
La pianta del mondo
Laterza, 2020
Un giorno al compositore inglese Sir Edward Elgar venne chiesto da dove provenisse la sua musica. La risposta fu: «La mia idea è che ci sia musica nell’aria, musica dappertutto intorno a noi, il mondo ne è pieno e ne puoi prendere ogni volta tutta quella di cui hai bisogno». Lo stesso accade per le piante che, come la musica per Elgar, sono letteralmente dappertutto e per scriverne non si deve far altro che ascoltare le loro storie e raccontarle. Tutte quelle di cui abbiamo bisogno. È così che è nato questo libro, scrivendo storie di piante che intrecciandosi agli avvenimenti umani si legano le une alle altre nella narrazione della vita sulla Terra. Perché le piante costituiscono la nervatura, la mappa (o pianta) sulla base della quale è costruito l’intero mondo in cui viviamo. Non vederla, o ancora peggio ignorarla, credendo di essere al di sopra della natura, è uno dei pericoli più gravi per la sopravvivenza della nostra specie
–
Fiona Stafford
La lunghissima vita degli alberi
Hoepli, 2019
Fin dai primordi gli alberi sono stati utili all’umanità in innumerevoli modi, ma il rapporto tra noi e loro ha molte più dimensioni di quelle puramente pratiche. Gli alberi si intrecciano con l’esperienza umana a tal punto che molte specie hanno ispirato direttamente storie, miti, canzoni, poesie, dipinti e valori spirituali. Alcuni sono assurti a simboli religiosi, culturali o nazionali. Fiona Stafford propone un’esplorazione intima e dettagliata di diciassette alberi comuni – dal frassino al melo, dalla quercia al cipresso, al salice. Di più: rende omaggio ad alcuni individui specifici – come il favoloso tasso di Ankerwycke sotto cui Enrico VIII corteggiò Anna Bolena, o gli spettacolari ciliegi di Washington – e descrive gli usi pratici del legno nel passato e nel presente, le malattie arboree e le minacce per l’ambiente, non trascurando il potenziale contributo degli alberi al rallentamento dei cambiamenti climatici


Teresa Tosetti e Carlo Tovoli
Giganti protetti. Gli alberi monumentali in Emilia-Romagna
Compositori, 2002
La Regione Emilia-Romagna ha sancito dal 1977 l’obbligo di conservare e tutelare gli alberi monumentali presenti sul proprio territorio.
Negli anni Ottanta e Novanta, l’IBC ha effettuato un primo censimento degli alberi monumentali, sulla base di segnalazioni di associazioni e singoli cittadini e di rilevamenti e verifiche sul campo.
Attualmente sono circa 600 gli alberi monumentali tutelati nella nostra regione.
Questo volume è frutto di una ricerca con cui centinaia di cittadini, invitati a partecipare a un concorso fotografico, hanno saputo raccontare, attraverso le immagini, “il loro albero”.
Le fotografie raccolte, di cui il volume propone una ricca selezione, sono poi servite ad arricchire e aggiornare la parte iconografica delle banche dati esistenti.

Giuseppe Barbera
Abbracciare gli alberi
Il saggiatore, 2017
Giuseppe Barbera – agronomo siciliano da sempre impegnato nella tutela dell’ambiente e del paesaggio – esplora l’attrazione che gli esseri più evoluti del regno vegetale esercitano su poesia e letteratura dall’inizio dei tempi: dai poemi omerici, anzi dall’epopea di Gilgamesh, il primo uomo ad aver abbattuto un albero (un grande cedro cresciuto sulle montagne prossime all’Eufrate) e ad aver avviato con i suoi colpi d’ascia il disboscamento che, complice un inaridimento climatico, ha portato alla fine della civiltà mesopotamica. E ha segnato il destino della nostra. Un senso di leggerezza, di felicità sottile, di pace percorre il lettore di “Abbracciare gli alberi”, perfino quando ci racconta dello scempio edilizio perpetrato dalla mafia nella Conca d’Oro di Palermo, un giardino naturale di leggendaria bellezza che fece ritenere a Goethe di aver scoperto l’Eden in terra. Un benessere pervasivo da cui non si viene abbandonati neppure dopo aver terminato la lettura, che come una radice si espande, invade lo spazio interiore e modifica il rapporto con quello esteriore. Abbracciare gli alberi è un libro che cambia il modo di stare nel mondo.
–
Henry David Thoreau
Ascoltare gli alberi
Garzanti, 2018
«Una lontana betulla bianca, ritta su una collina contro il cielo bianco e brumoso, sembra, con i suoi ramoscelli sottili, così distinti e neri, un millepiedi che si arrampichi in paradiso.» Righe come queste, tratte dal suo “Diario”, riassumono la visione filosofica e naturalistica di Henry Thoreau sul mondo vegetale. Precursore del pensiero ecologista, pone gli alberi al centro della propria vita intellettuale ed emotiva, instaurando con loro un profondo dialogo e tentando così di catturarne l’essenza. “Ascoltare gli alberi” propone una scelta di pagine suggestive dove gli alberi sono descritti come persone in carne e ossa, come amici fedeli che meritano il più grande rispetto, come compagni di vita che in ogni stagione offrono, per lo stupore di chi li contempli, l’immagine di una natura meravigliosa e in continuo mutamento.


Stefano Mancuso
La nazione delle piante
Laterza, 2019
“In nome della mia ormai pluridecennale consuetudine con le piante, ho immaginato che queste care compagne di viaggio, come genitori premurosi, dopo averci reso possibile vivere, vengano a soccorrerci osservando la nostra incapacità a garantirci la sopravvivenza. Come? Suggerendoci una vera e propria costituzione su cui costruire il nostro futuro di esseri rispettosi della Terra e degli altri esseri viventi. Sono otto gli articoli della costituzione della Nazione delle Piante, come otto sono i fondamentali pilastri su cui si regge la vita delle piante, e dunque la vita degli esseri viventi tutti.”

The tree of life
un film di Terrence Malick
Il film affronta la vicenda degli O’Brian, una famiglia texana degli anni 50, vista attraverso gli occhi e i ricordi di Jack, il figlio maggiore: l’amore per la madre, l’affetto tra Jack e i suoi due fratelli minori, il difficile rapporto con un padre severo che cresce i figli con affetto ma anche con durezza spropositata. Ma la vicenda, oltre a spostarsi temporalmente dal passato al presente, con la figura di Jack adulto che silenzioso percorre luoghi affollati e solitari della città e della natura, apparentemente alla ricerca di qualcosa che plachi un interno tormento, si intreccia con una visione di incredibile respiro. Ma la storia degli O’Brian non è che un piccolo frammento di una storia molto più grande, quella del pianeta, e delle sue infinite diramazioni, come in un albero, l’albero della vita.
–
Come Harry divenne un albero
un film di Goran Paskaljevic
1924. Irlanda. Nel corso della guerra civile Harry vede morire il figlio Patrick e, poco dopo, anche la moglie. La vita continua a fianco di Gus, figlio meno amato. Ma tutto sembra spento e privo di interesse. Finché un giorno l’uomo ha un’idea: per sentirsi vivo ha bisogno di un nemico. L’odio è l’unica medicina possibile. Sceglie così di distruggere George, l’uomo più facoltoso del paese. Goran Paskaljevic torna a riflettere sulla violenza. Utilizza però un racconto cinese e sposta l’azione nella non meno turbolenta Irlanda. La Natura dell’ecosistema e quella umana si confrontano. C’è bisogno di radici, ma in quale terreno esse devono affondare?


L’albero degli zoccoli
un film di Ermanno Olmi
Il lavoro, gli amori, le consuetudini, le gioie, i dolori, le feste, la miseria: la vita quotidiana di alcune famiglie di contadini in una cascina della Bassa bergamasca, dall’autunno 1897 alla primavera 1898. Quella che dà il titolo al film è una delle vicende che si intrecciano nell’opera, estremamente rilevante per i suoi protagonisti: il piccolo Minek torna da scuola con uno zoccolo rotto e il padre, lavorando tutta la notte, gliene fabbrica uno nuovo. Ma per compiere la sua opera l’uomo ha tagliato un albero senza il permesso del padrone della fattoria

Maleficent, il segreto della Bella Addormentata
un film di Robert Stromberg
Una rivisitazione della storia della Bella addormentata nel bosco con una strega cattiva che alla fine poi così cattiva non è. E con alberi guerrieri come Balthazar che aiuteranno Maleficent a combattere re Stefano, liberando Aurora e incoronandola regina delle creature del bosco.
–
Guardiani della galassia
un film di James Gunn
L’audace esploratore Peter Quill è inseguito dai cacciatori di taglie per aver rubato una misteriosa sfera ambita da Ronan l’accusatore, un essere malvagio la cui sfrenata ambizione minaccia l’intero universo. Per sfuggire all’ostinato Ronan, Quill è costretto a una scomoda alleanza con quattro improbabili personaggi: Rocket, un procione armato fino ai denti, Groot, un umanoide dalle sembianze di un albero, la letale ed enigmatica Gamora e il vendicativo Drax il distruttore. Ma quando Quill scopre il vero potere della sfera e la minaccia che costituisce per il cosmo farà di tutto per guidare questa squadra improvvista in un’ultima, disperata battaglia per salvare il destino della galassia


Fitzcarraldo
un film di Werner Herzog
Un ricco avventuriero ha un sogno: far costruire un grande teatro lirico nella foresta amazzonica, sua terra d’origine, e inaugurarlo invitando Enrico Caruso. Scambiato per un dio dagli Indios, in sfida perpetua con una natura selvaggia, dopo aver affrontato ostacoli di ogni tipo, Fitzcarraldo riuscirà a realizzare solo in parte il suo sogno.
Girato interamente nella foresta amazzonica, affrontando incredibili difficoltà tecniche, le riprese del film sono durate due anni.

Il ragazzo selvaggio
un film di François Truffaut
Estate 1798, alcuni cacciatori catturano, nei boschi dell’Aveyron in Francia, un ragazzo di circa dodici anni, che si aggira come un animale selvatico, mugolando, graffiando e mordendo. Il film è ispirato a una storia vera. Il medico Jean Itard, figlio del secolo dei lumi, riesce a farsi affidare il ragazzino, rifiutando la tesi dei maggiori luminari, che lo considerano irrecuperabile. Il film basato sugli appunti originali del dottore, racconta in un magistrale bianco e nero, il rapporto, fra Jean Itard (interpretato dallo stesso regista) e il “ragazzo selvaggio” che ha assunto nel frattempo il nome di Victor.
–
La pelle dell’orso
un film di Marco Segato
Anni ’50. L’introverso e selvatico Domenico vive in un piccolo paese nelle Dolomiti con il padre Pietro. Il rapporto del ragazzino con il genitore è aspro. Una sera all’osteria, Pietro sfida Crepaz, l’impresario per cui lavora: in cambio di denaro, ammazzerà lui l’orso che da giorni minaccia la valle. Il giorno seguente Pietro si incammina e Domenico decide di seguirlo. Si immergono così nei boschi, sempre più a fondo, fino ad esserne inevitabilmente trasformati.


Primavera, estate, autunno, inverno … e ancora primavera
un film di Kim Ki-Duk
Sullo sfondo di un monastero coreano immerso in una foresta, la vita è fermata nel suo scorrere e sembra seguire il ritmo delle stagioni. Un monaco bambino apprende, dall’insegnamento del Vecchio Monaco, il senso della vita (Primavera). A 17 anni conosce l’amore e il sesso (Estate). A 30, colpevole di omicidio, torna in cerca di pace ed espiazione (Autunno) e, infine, ormai vecchio, accoglie il figlio lasciato da una donna sconosciuta (Inverno). Un monaco bambino e uno vecchio, di nuovo. Il ciclo della vita ricomincia.