Il Libro dei sogni è un “diario”, tenuto da Federico Fellini dalla fine degli anni Sessanta fino all’agosto 1990, in cui il grande regista ha registrato fedelmente i suoi sogni e incubi notturni sotto forma di disegni, o nella sua stessa definizione di “segnacci, appunti affrettati e sgrammaticati”. Coloratissimo viaggio negli sterminati territori della fantasia di un genio, in queste 400 straordinarie pagine si intrecciano temi e spunti dei suoi film, persone da lui incontrate, personaggi o avvenimenti dell’Italia del Novecento.
Un libro pubblicato in collaborazione con la Fondazione Fellini di Rimini, in cui le pagine illustrate sono precedute dall’introduzione di Tullio Kezich e seguite da una nota di Vincenzo Mollica, massimi esperti e amici personali del maestro scomparso.
“Che cos’è questo straordinario reperto? Più facile dire che cosa non è – dice Tullio Kezich – Non è un diario. Non è un romanzo. Non è un comic book. Non è lo storyboard di un film. Non è una silloge di racconti, né una sintesi pittorica. E’ tutte queste cose insieme e altro ancora. L’autore inventa una forma che trova i suoi precedenti nella diaristica e nella vignettistica, tornando ai tempi in cui ventenne collaborava con scritti e disegni al “Marc’Aurelio”, ma con una più matura consapevolezza del mezzo espressivo e delle sue finalità. Vari possono essere i modi per accostarsi a questa sua fatica. Seguendo un taglio storico-biografico si può utilizzarla come un sussidio per integrare con notizie inedite la vita e l’opera; oppure, considerando gli eventi pubblici rispecchiati, la si può interpretare con un taglio ambientale e di costume, al limite perfino politico. E poi c’è il taglio psicologico e autobiografico: le confidenze rapide, i segreti svelati a sorpresa e nuovamente secretati. Fellini disegna e didascalizza ciò che ha sognato, si consegna senza falsi pudori a un lettore unico che è poi lui stesso. Il Libro è una proposta di circumnavigazione del Mistero, uno sterminato magazzino di reperti, ipotesi surreali, fantasie irrealizzabili, precognizioni. E’ un privilegio venire ammessi alla contemplazione del mondo interiore di un tale artista”.