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Ritratto di donna di Kartum (Sudan) e ritratto di donna Beni Amer (popolazione dell’Eritrea settentrionale).
Negli ultimi anni dell’ottocento i militari ebbero un ruolo di primo piano in quella che viene definita “spartizione dell’Africa”: il rapido proliferare di rivendicazioni egemoniche europee sul territorio africano caratterizzato dal controllo di governo diretto sul territorio, secondo il “principio dell’effettività” che ne prevedeva, appunto, l’occupazione effettiva.
In Italia le politiche di espansione coloniale vennero sostenute da ex mazziniani come Francesco Crispi, ma non ricevettero pieno favore all’interno della classe dirigente, sebbene entrambe le fazioni avessero in comune un substrato razzista e di retorica civilizzatrice nei confronti di chi era considerato “selvaggio”. La missione civilizzatrice si definisce già elemento chiave della rappresentazione e della legittimazione del colonialismo a partire dal Congresso di Berlino del 1878, secondo cui l’assimilazione costituisce il fine della colonizzazione in una prospettiva evoluzionista.
In questi stessi anni si andava formando anche la consapevolezza dell’utilità che l’antropologia, l’etnologia e la ricerca etnografica potevano avere sia nel governo delle nazioni sia nel contesto coloniale. Gli studiosi iniziarono a rivendicare, non senza orgoglio, l’importanza di un loro ruolo strategico funzionale all’interno delle colonie. Come dichiara esplicitamente l’esploratore Lamberto Loria nel 1912, “la conoscenza degli usi e costumi dei popoli soggetti ad una nazione civile rende a questa più facile la conservazione del dominio”.
Esso contiene una raccolta unica di immagini che illustrano la vita quotidiana, le attività religiose e militari, i territori e i costumi delle comunità etniche abissine e sudanesi. Colpisce come l’occhio di un militare si sia soffermato su particolari della cultura materiale come i gioielli e in ritratti particolarmente riusciti degli abitanti dei villaggi eritrei, in quella che possiamo definire un’”involontaria ricerca etnografica”.