23 – 24 Marzo 2019
Giornate FAI di primavera

una porta aperta su una cucina

Sabato 23 e domenica 24 Marzo dalle ore 10.00 alle  12.30 e dalle 15.00 alle 18.00, in occasione delle Giornate FAI di primavera, la Bibilioteca apre le porte della Sala del 700

La Sala del Settecento è uno degli ambienti più belli e affascinanti della Biblioteca. Deriva il nome dalle antiche scaffalature lignee settecentesche eseguite per conservare l’Archivio notarile del Mandamento di Faenza, allora al piano terra del Palazzo Comunale.
Gli scaffali furono commissionati dal Comune di Faenza per l’Archivio Notarile nel 1784. Il complesso ligneo fu realizzato da Francesco Sangiorgi, su disegno di Luigi Gallignani, che approntò il disegno seguendo i nuovi moduli dello stile neoclassico che si andava diffondendo in città, soprattutto per opera dell’architetto Giuseppe Pistocchi.
L’opera è costituita da una scaffalatura inferiore e da una superiore, coronata da un ballatoio a cui si accede da una duplice scala. È completata da tre banconi situati di fronte agli armadi e al centro della sala. Ogni scaffale è separato da lesene con piccoli capitelli, e cornici ed è contraddistinto dalla segnatura di riferimento dell’Archivio Notarile, consistente nell’indicazione di numero progressivo, secolo di attività del notaio e lettera iniziale del cognome. Nella parte superiore sono posizionate delle cimase raffiguranti gli stemmi della Comunità di Faenza, della Camera Apostolica , due coppie di leoni e altre decorazioni a festoni. Il pittore Luigi Gallignani e l’ebanista Francesco Sangiorgi eseguirono l’impresa su mandato di Ignazio Benedetti e Giuseppe Bertoni, come ricorda un’iscrizione rinvenuta nel corso dei restauri del 1977. Sempre in un’iscrizione presente sulla medesima cimasa vengono fornite notizie relative al trasporto delle scaffalature in biblioteca avvenuto nel 1923 sotto la direzione di Piero Zama. Per adeguare la scaffalatura alle dimensioni della sala vennero effettuati alcuni interventi, che ne provocarono una parziale riduzione.  Artefici dell’adattamento furono i falegnami Pietro Dapporto e Riziero Santandrea.
Con l’istituzione alla fine degli anni Sessanta del secolo scorso della Sezione di Faenza dell’Archivio di Stato di Ravenna i rogiti furono separati dall’antico contenitore. Dopo un breve periodo in cui la Sala fu adibita a deposito periodici, nel 1977 si procedette ad un rigoroso restauro di tutta la scaffalatura, che oggi ospita i fondi costitutivi della Biblioteca recuperati dopo le distruzioni belliche del 1944, che provocarono il crollo dell’ala centrale del complesso monumentale.

Nella Sala del Settecento è attualmente allestita la mostra Fiorir di libri. Gli erbari e la nascita della moderna botanica.
Gli splendidi volumi esposti, tutti finemente acquarellati, provengono dal fondo Lodovico Caldesi e dalla Libraria Zauli Naldi.

Ciceroni della giornata saranno gli studenti delle scuole medie superiori del comprensorio di Faenza

Condividi, scegli la tua piattaforma!