I segnalibro di Giuseppe Tampieri (1918-2014)

Faenza e un po’ di-mondi. Le buone cose di storico gusto della Biblioteca Manfrediana
Questa paginetta è il piccolo contributo della nostra Biblioteca al centenario della nascita di Giuseppe Tampieri, mentre è in corso una mostra delle sue opere alla Galleria della Molinella, a cura di Patrizia Capitanio.
Molti dei libri dell’artista sono ora nella Biblioteca Comunale. Già qualche anno prima della sua morte Tampieri aveva interpellato il nostro istituto perché alcuni scatoloni dei suoi libri fossero portati nei nostri depostiti. Dopo il 2014 abbiamo proseguito la selezione dei volumi da acquisire con la paziente e operosa collaborazione della figlia Barbara. Alla fine del lavoro il nostro fondo Tampieri è costituito da 650 volumi. Son tutti libri che la Biblioteca non possedeva oppure, in alcuni rari casi, troppo belli e importanti per rinunciare ad averne una seconda copia… I bibliotecari sono affetti da questa forma di ingordigia, ma devono trattenersi per i soliti maledetti problemi di spazio che affliggono noi e tante altre biblioteche. Infatti prima ho parlato di selezione: sarebbe stato bello tenersi tutti (ma proprio tutti!) i libri di un personaggio importante e vivacissimo dal punto di vista intellettuale come Tampieri, ma come dicevo: proprio….. non possumus.
Ma non è che voglia fare una rassegna, neppure sintetica, dei libri di Tampieri, vorrei invece parlare dei suoi segnalibri. Sapete tutti cosa è un segnalibro. E’ il pezzetto di carta o cartoncino che in genere ci serve per ricordarci dove siamo arrivati nella lettura di un libro. Però se nella biblioteca di una artista alcuni libri, in particolare libri d’arte, hanno tra le pagine un certo numero di foglietti dovete ammettere che la faccenda cambia e quel modesto pezzetto di carta può assumere una certa importanza. Pur nella sua precarietà (i segnalibri hanno la fastidiosa abitudine di scivolare fuori dal libro!) quell’indicatore può essere anche molto significativo.
Tra i libri di Tampieri a noi pervenuti ce ne sono vari con numerosi segnalibri.
Cito qualche titolo: Delogu, Pittori veneti minori del Settecento; Cinque secoli di arte italiana dedicata all’arredamento (catalogo di una mostra) ; Malraux, Le musée imaginaire. La sculpture mondiale; La Belle Epoque vista da Tom Antongini; Liberman, Gli artisti nel loro studio; Wolgensinger, Spagna (un libro di fotografie); Orientamenti della scenografia……
Qualche parola in più vorrei spenderla per un libro spagnolo, anzi catalano, anche se scitto in spagnolo. Si tratta di Jaquin Folch Y Torres, Museo de la Ciudadela. Catalogo de la seccion de Arte Romanico, Barcellona, 1926. Credetemi è un libretto (poco meno di 150 pagine) davvero delizioso, rilegato di verde. In copertina vi è l’immagine in bianco e nero di uno dei dipinti più famosi di quello che ora si chiama Museu Nacional d’Art de Catalunya di Barcellona (MNAC), il grande Cristo proveniente dalla chiesa di Sant Climent de Tahull. Il libro è relativamente raro: otto, oltre alla nostra, sono le biblioteche italiane che ne possiedono una copia. Tutti istituti molto importanti, a cominciare dalla Fondazione Cini, per proseguire con l’Accademia dei Lincei, per finire con la Biblioteca del DAMS di Bologna, unica nella nostra regione.
Questo libro è un’opera fondamentale per la storia dei musei europei perché è la prima documentazione a stampa della formidabile collezione di pittura romanica della città di Barcellona, forse la più importante del continente, con tutti gli affreschi del XII secolo staccati da numerose chiese della Catalogna.
E’ inoltre una delle numerose testimonianze, nella biblioteca di Tampieri, del suo interesse per la Spagna e delle prolungate visite in quel paese da lui compiute…. Chi lo ha conosciuto bene racconta che il pittore affermava di aver vissuto in Spagna, in una vita precedente…..
Infine i 5 segnalibri inseriti nel nostro prezioso libretto sono probabilmente un ulteriore indicatore dell’interesse dell’artisti faentino per l’arte medievale e, chissà, lo spunto per alcune delle opere da lui eseguite (dipinti o sculture). Forse l’ affresco dell’Agnus Dei della chiesa di Tahull, indicato da un foglietto, tratto da un’agenda del 1958, gli ha fornito qualche idea …..come la fornì di sicuro ad un artista molto noto del primo Novecento, Francis Picabia